Cosa Fare nella Vita Quando Ti Senti Perso? La Guida (Sincera) che Avrei Voluto Leggere Anni Fa
Ci sono momenti in cui anche solo alzarsi dal letto sembra un’impresa.
Non sai più se stai andando nella direzione giusta, o se — più semplicemente — non stai andando da nessuna parte.
Le giornate si somigliano tutte.
Le energie calano, la motivazione anche.
E dentro di te si fa strada una domanda che prima bisbigliava, ma adesso urla forte:
“Come posso capire cosa fare davvero nella vita?”
Se sei qui, forse ti senti bloccato. Confuso.
O magari semplicemente… vuoto.
Ti capisco.
Ci sono passato anch’io.
Mi chiamo Giuliano Di Paolo. Sono un content creator, autore e imprenditore creativo.
Oltre sei anni fa ho lasciato una carriera stabile in una multinazionale, per vivere e lavorare in giro per il mondo (grazie alle mie passioni), e ho costruito un ecosistema che oggi mi permette di vivere con più libertà e significato.
Ma tutto è cominciato da una crisi esistenziale profonda.
Quando ho iniziato a chiedermi, con rabbia e con paura: “Cosa voglio fare con la mia vita (per davvero)?”
Ed è per questo che oggi sono qui a scrivere questo articolo.
Non voglio darti un ulteriore elenco motivazionale da rivista (o blog generico).
Questa è una guida riflessiva, cruda e concreta, che nasce da esperienze vere, decisioni difficili e una profonda trasformazione interiore.
Ti aiuterò a capire cosa ti sta succedendo davvero, e come puoi ripartire da te, un passo alla volta.
Quando ti chiedi cosa fare nella vita (ma non trovi risposte)
Non è che non stai facendo nulla.
È che non riesci a trovare un senso in quello che fai.
Hai provato a cambiare lavoro, magari anche città.
Hai letto libri, ascoltato podcast, forse anche meditato qualche volta.
Ma la sensazione di non essere dove dovresti essere torna sempre. Come un’eco.
Il punto è che nessuno ci ha mai davvero insegnato come si fa a scegliere la propria vita.
Ci hanno detto di seguire un percorso lineare: scuola, università, lavoro, pensione.
Oppure, all’estremo opposto, ci hanno venduto il mito del:
“Trova la tua passione e non lavorerai mai più un giorno nella vita.”
Spoiler: è una bugia romantica.
La verità? È molto più complessa.
Ma anche molto più bella — se sei disposto a guardarla in faccia.
Per esempio, ti sei mai chiesto se...
“E se non fossi davvero bloccato, ma stessi solo trattenendo una versione passata di me stesso/a?”
Ed è proprio da qui che ha inizio il nostro vero viaggio.
Smetti di trattenere la vecchia versione di te
Spesso diciamo di sentirci bloccati.
Fermi. Confusi.
Ma la verità è che non siamo realmente bloccati: siamo in lutto.
Un lutto invisibile.
Stiamo cercando di lasciar andare una parte di noi che non esiste più:
una vecchia identità, una relazione, un ruolo, un’abitudine, un’aspettativa.
La realtà è già andata avanti, ma dentro di noi stiamo ancora cercando di riportarla indietro.
E questo crea attrito. Immobilità. Senso di perdita.
Ci sono momenti in cui senti che niente ti appartiene più davvero, ma allo stesso tempo hai paura di lasciare andare ciò che ti è familiare.
Perché anche se non ti rappresenta più, è ciò che conosci (mai sentito parlare di comfort zone?).
In quel limbo, il rischio più grande è restare.
Non perché sia giusto.
Ma perché è comodo. Perché è quello che hai sempre fatto.
E a volte, anche l’infelicità diventa una zona di comfort.
Personalmente, ho vissuto quel momento quando ho capito che non volevo più essere solo “un impiegato”, “un pendolare”, “uno che si accontenta”.
Non lo sono mai stato, anche se è un ruolo che ho svolto per anni.
Io che fingevo di stare bene, in un’identità che mi era capitata per scelte inconsapevoli, per mancanza di comprensione.
E soprattutto perché non avevo il coraggio di ascoltarmi.
Ascoltare quella voce che diceva: “Giuliano sei un artista, che cavolo ci fai recluso in questo ufficio?!”.
Ma sentivo di tradire chi credeva quello fosse il mio ruolo.
Deludere chi si aspettava che fossi quella persona per sempre.
Ma quella persona non esisteva più. Forse non era mai esistita.
Quando ti trovi in quello spazio – né passato né futuro – ti senti svuotato. Ma è proprio lì che comincia la trasformazione.
Non è un blocco. È un passaggio.
Il momento in cui smetti di chiederti "cosa sto perdendo?" e inizi a chiederti "cosa sto diventando?".
E se anche tu ti trovi in questo punto, sappi che non sei solo. Non sei l’unico a cui è capitato.
Stai solo lasciando andare chi eri.
E stai lentamente tornando a chi sei davvero.
Lavora con le tue passioni
Svincolati da una professione ordinaria e trasforma le tue passioni creative in una fonte di guadagno — da casa o mentre viaggi per il mondo.
Il primo passo non è sapere cosa fare. È sapere cosa lasciar andare.
C’è una convinzione che ci frega tutti, prima o poi:
“Non sto ancora facendo nulla perché non so ancora (con esattezza) cosa voglio fare.”
Ma è una trappola.
Non hai bisogno di conoscere l’intero percorso.
Hai solo bisogno di capire a cosa rinunciare (e su cosa voler provare).
Il primo passo non è la chiarezza.
È il coraggio di fare spazio. E agire sulla base di questo.
Spazio mentale. Spazio emotivo. Spazio energetico.
Perché finché sei pieno di quello che non sei più, non c’è modo che tu possa accorgerti di quello che potresti diventare.
Questo è un processo che ho vissuto in prima persona.
Non una volta sola, ma in diversi momenti della mia vita.
Quando ho lasciato la musica (l’ho mollata per più di sei anni, per poi riprenderla negli ultimi mesi).
Quando ho lasciato l’Italia (ero stanco dell’energia stagnante che si respira nel nostro bel paese).
Quando ho lasciato l’idea che avevo di me — quella del “creativo multitasking che deve fare tutto da solo, sempre”.
Ogni volta è stato un piccolo lutto. Ma anche un ritorno a casa.
Ecco perché, se senti che è arrivato il momento di rimettere in discussione tutto, voglio suggerirti due strumenti semplici e diretti, che ho scritto proprio per accompagnare le persone in questo tipo di passaggio:
→ 12 Mesi per Cambiare Vita: un libro che non ti dà risposte preconfezionate, ma ti aiuta a porti le domande giuste.
→ L’amore è la cura: un libro che ti invita a ricostruire il rapporto con te stesso (e gli altri), prima di decidere chi diventare.
Se senti che è tempo di cambiare direzione, ma non sai ancora dove andare, inizia da te.
Non è una frase fatta. È l’unica via reale per non perderti di nuovo.
Cosa ti piacerebbe fare? Cosa sai fare (davvero)?
E soprattutto quale persona vuoi diventare lungo il percorso?
Rivoluziona la tua vita
I miei libri hanno già aiutato migliaia di persone, potrebbero fare lo stesso anche con te.
Sei multipotenziale: smetti di definirti con un solo ruolo
Uno dei motivi per cui restiamo fermi troppo a lungo è che ci aggrappiamo a un’identità fissa, come se fosse una verità assoluta.
“Sono un insegnante.”
“Sono un avvocato.”
“Sono un dipendente.”
“Non sono portato per queste cose.”
“Sono creativo, ma non so fare business.”
“Sono razionale, non potrei mai reinventarmi.”
Il problema è che queste etichette ci proteggono.
Ci tranquillizzano.
Ma, col tempo, diventano anche la nostra gabbia.
Io, per anni, ho creduto di dover essere solo un artista.
Poi solo un videomaker.
Poi solo un travel creator.
Mi sono accorto — a mie spese — che ogni volta che cercavo di esprimere un lato nuovo di me (scrivere libri, parlare di crescita personale, tornare alla musica), qualcuno aveva da ridire.
Come se stessi uscendo dal mio perimetro, tradendo l’aspettativa altrui.
E questo, paradossalmente, succede soprattutto con le persone che ci conoscono meglio.
Ci conoscono in un certo modo, e se proviamo a cambiare, ci guardano storto.
O ci fanno sentire sbagliati.
“Non eri quello bravo a fare X?”
“Ma chi ti credi di essere?”
Il problema è che finché cerchi di essere coerente con ciò che gli altri si aspettano da te, non potrai mai essere coerente con ciò che senti dentro.
Ecco una cosa che oggi so con certezza:
puoi essere più di una cosa alla volta.
Puoi essere un’insegnante e aprire un canale YouTube.
Un ingegnere e scrivere un romanzo.
Un papà, una viaggiatrice, un imprenditore e un’anima libera.
Tutto insieme.
Anzi: è proprio lì che risiede la tua forza.
Questa parte dell’articolo non è un invito a “cambiare tutto”.
È un invito a riconoscere che il tuo valore non sta nel titolo sul tuo biglietto da visita, ma nella tua capacità di crescere, cambiare, contaminarti.
E se senti il bisogno di esplorare nuovi lati di te, non devi giustificarti.
Devi solo cominciare (senza vergognartene).
Se non puoi cambiare dove sei, cambia cosa raccogli
Spesso il vero problema non è dove sei.
È come lo stai vivendo.
Quando sei bloccato in un lavoro che odi, in una relazione che non funziona più, o in una routine che non ti rispecchia, il pensiero automatico è: “Devo uscire da qui il prima possibile.”
Eppure, ci sono fasi della vita in cui uscire non è ancora possibile.
O, almeno, non subito.
Allora cosa fai?
Aspetti passivamente, lamentandoti ogni giorno?
Oppure usi questo tempo come terreno di raccolta?
La verità è che puoi odiare dove ti trovi, e allo stesso tempo usare quel contesto per allenare le competenze che ti serviranno nel tuo prossimo capitolo.
Quando lavoravo in ufficio per otto ore al giorno, sfruttavo ogni minuto vuoto per studiare, leggere, ascoltare — qualsiasi cosa mi avvicinasse al mio percorso come professionista della creatività (videomaking, copywriting, marketing, comunicazione, content creation).
E avevo ragione.
In quei mesi ho imparato l’arte dello storytelling, a scrivere in modo chiaro, a comporre uno scatto, l’importanza del sound design, a comunicare con visione anche quando mi sentivo invisibile.
Tutto questo oggi mi serve. Tutto questo oggi è parte di ciò che sono.
Quindi sì, puoi essere stanco, frustrato, magari anche demoralizzato.
Ma puoi scegliere di trasformare questo momento in un’opportunità che non si ripeterà mai più.
La domanda non è solo: “Come esco da qui?”
La domanda è anche: “Cosa posso imparare qui dentro, prima di andarmene?”
Perché più cose raccogli ora, meno impreparato sarai quando la porta si aprirà.
E quella porta si aprirà. Stanne certo.
Ma dovrai essere pronto.
La differenza tra passione e scopo (e perché ti servono entrambi)
Spesso sentiamo dire: “Segui la tua passione.”
Come se fosse semplice. Come se bastasse.
Ma il punto non è solo cosa ti appassiona.
Il punto è cosa ti da energia.
Cosa ti fa sentire vivo. Presente. Allineato.
La passione è ciò che ti dà energia.
Lo scopo è ciò che fai con quell’energia — quando la metti al servizio di qualcosa o qualcuno.
Jay Shetty lo spiega così: “La passione è per te. Lo scopo è quando la tua passione inizia a servire gli altri.”
Ed è una definizione che ha cambiato il mio modo di vedere le cose.
Puoi amare scrivere, cucinare, ascoltare, creare contenuti, sistemare le cose, progettare viaggi, coltivare relazioni.
Ma finché lo fai solo per te, è passione.
Quando inizi a farlo anche per gli altri — con intenzione — diventa uno scopo.
E non deve essere niente di epico.
Lo scopo non è solo creare un’impresa o lanciare una fondazione.
Può essere organizzare viaggi per i tuoi amici, cucinare per chi ami, offrire una parola giusta al momento giusto.
Lo scopo non ha a che fare con la scala.
Ha a che fare con il significato.
E sai qual è il bello?
Non serve trovare “il tuo scopo” per iniziare a viverlo.
Ti basta iniziare da ciò che ti dà energia.
Fare un piccolo passo. Osservare. Sentire. Agire, my friend.
E capire come quella scintilla può portare luce anche a qualcun altro.
Se ti stai chiedendo cosa fare nella vita, forse è il momento di smettere di cercare “la risposta giusta” e iniziare a chiederti:
“Cosa mi fa sentire pienamente me stesso?”
“Come posso usare questa energia in modo utile, anche solo per un’altra persona?”
A volte basta questo per cambiare direzione.
O meglio: per riconoscerla.
Non devi essere ricordato per lasciare un impatto
Viviamo ossessionati dalla visibilità (te lo dice uno che lavora sui social).
Dal fare qualcosa di grande. Dal “lasciare il segno”.
Ma dimentichiamo una cosa semplice:
Non serve essere ricordati per avere lasciato un impatto.
Come gli alberi che hanno nutrito i nostri antenati.
Come le mani che hanno costruito le strade che calpestiamo oggi.
Come le parole che ci hanno cambiato la vita — anche se non sappiamo più chi le ha dette.
Tu lasci un impatto ogni volta che scegli di agire in linea coi tuoi valori.
Ogni volta che decidi chi essere, anche quando nessuno ti guarda.
E questo basta.
Dunque smetti di porti troppe domande (inutili). Di cercare risposte complesse.
Le risposte — quelle vere — non arrivano mai mentre le insegui.
Arrivano quando sei pronto ad ascoltarle.
Quando smetti di riempire ogni spazio di rumore.
Quando trovi il coraggio di guardarti dentro senza filtri, senza ruoli, senza etichette.
E se hai letto fino a qui, probabilmente qualcosa in te si è già smosso.
Magari è solo un sussurro. Ma c’è.
E prima di quanto pensi, saprai cosa fare.
PS. Se senti che questo è il momento per costruire qualcosa di tuo — o per portare la tua creatività e la tua libertà personale e professionale a un altro livello — ti consiglio di partire da qui:
→ Creator Mastery: il mio corso completo sulla content creation e sul digital positioning.
→ Digital Nomad Pro: una guida concreta per vivere e lavorare viaggiando, per una carriera e vita non ordinaria.
Scegli il tuo passo.
Io sono qui per accompagnarti.
FAQ: come capire cosa fare nella vita
Come capire che lavoro fare nella vita?
Inizia da ciò che ti dà energia, non da quello che “dovresti fare”.
Chiediti: cosa fai anche quando nessuno ti paga? Quando ti dimentichi del tempo che passa?
Poi chiedilo a chi ti conosce bene: “In cosa mi hai sempre visto bravo, anche quando io non ci credevo?”
Non cercare la risposta perfetta. Scegli un’ipotesi, sperimenta, osserva. È così che si crea chiarezza.
Qui trovi anche un mio articolo per aiutarti a scegliere.
Cosa fare quando ti senti perso nella vita?
Accettalo. Non combatterlo.
Essere persi non è un fallimento: è l’inizio di qualcosa.
Fermati, riduci il rumore. Lascia andare ciò che non ti rappresenta più.
E poi ascolta. Osserva. Muoviti piano.
Non serve correre, serve presenza.
È proprio nel vuoto che può emergere una nuova direzione.
Qual è la cosa che conta di più nella vita?
Conta ciò che ti fa sentire completo. Non ciò che ti fa apparire realizzato.
Per qualcuno è creare, per altri è servire. Per altri ancora è amare o imparare.
Ma in ogni caso, conta quello che ti connette a qualcosa di più grande di te:
una visione, una comunità, una causa.
Il resto — soldi, riconoscimenti, status — può arrivare (non necessariamente).
Ma non vale nulla se non è costruito su ciò che ti dà senso.
Cosa fare per avere successo nella vita?
Dipende da cosa significa “successo” per te.
Finché lo misuri con le metriche degli altri, non sarà mai abbastanza.
Il vero successo nasce da un equilibrio tra impatto, energia e coerenza.
Fai qualcosa in cui credi, che ti nutre, e che può aiutare gli altri.
Il resto — guadagni, visibilità, libertà — è spesso solo una conseguenza.
E se ho 20, 30, 40 o 50 anni e non so ancora cosa fare nella vita?
Non esiste un’età sbagliata per ricominciare.
A 20 anni stai esplorando. A 30 stai ridefinendo. A 40 stai riscrivendo. A 50 stai scegliendo con più consapevolezza.
In tutte le fasi, la domanda è la stessa:
“Sto vivendo in modo autentico o sto solo reagendo a ciò che mi è capitato?”
Finché sei vivo, non è troppo tardi.
Ogni stagione ha il suo modo di fiorire (io ho ricominciato a 40 anni).
Mi piace quello che fai. Dove posso seguirti o parlare con te direttamente?
Se senti che i miei contenuti ti stanno aiutando a rimettere a fuoco la tua direzione, puoi seguirmi qui:
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