Influencer e Content Creator: il Futuro dell’Imprenditoria Giovanile

C’erano una volta gli Influencers. Poi sono arrivati i Content Creators, i creatori di contenuti. Persone che creano contenuti (più o meno) virali sui social media e monetizzano attraverso le loro passioni. Infine sono sbarcati gli Imprenditori di Contenuti (definiti anche content entrepreneurs). Ma chi sono gli imprenditori di contenuti?

Non chiamateli influencer, gli imprenditori di contenuti costruiscono imprese. Lo fanno con un obiettivo singolare: far crescere e monetizzare il proprio pubblico coprendo una specifica esigenza informativa; in pratica stanno costruendo qualcosa di simile a una società di media.

The Tilt ha intervistato oltre 1400 Content Creators. Di quelli intervistati, il 40% è Gen X, mentre il 32% sono millennial, i Baby Boomers (23%) e la Gen Z (5%). Tra tutti gli imprenditori di contenuti, c’è chi lo fa a tempo pieno (52%) e quelli che lo fanno come lavoro secondario (48%). Sei pronto a scoprire il futuro dell’imprenditoria giovanile?

Cosa li motiva ad essere imprenditori di contenuti?

L'indipendenza (78%) supera la passione (73%) tra i vantaggi dell'imprenditorialità dei contenuti. Non sorprende che molti dei vantaggi più popolari ruotino attorno all'indipendenza: orari di lavoro flessibili (69%), apprezzare ciò che si fa (60%), scegliere dove vivere (43%). La maggioranza dei creator (59%) lo fa per mettersi alla prova, mentre il 18% afferma di essere motivato a mettersi alla prova in relazione con gli altri. Quasi 9 creator su 10 hanno concordato di diventare imprenditori di contenuti "per raggiungere la libertà finanziaria alle mie condizioni".

Come fanno i nuovi Content Creators a far crescere il loro pubblico?

L'ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO) è l'unica tattica di crescita del pubblico citata da più della metà (56%) degli imprenditori di contenuti. Gli hashtag sono arrivati ​​al secondo posto, citati dal 48%. Le partnership con creators o imprenditori sono arrivate al terzo posto (44%), seguite dalla pubblicità sui social media (43%). Per i creatorpreneur a tempo pieno, l'importo medio investito nella loro attività è stata di €10.000 / annui.

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Quanto guadagna un Content Creator o Imprenditore di Contenuti?

Qualsiasi successo aziendale si riduce alle sue entrate (almeno sotto il profilo meramente economico). Dei creator che gestiscono la propria attività di contenuti a tempo pieno, il fatturato annuo medio è stato di €50.000; ma maggiore l’esperienza, maggiori le entrate. Il ricavo medio per gli imprenditori di contenuti, in attività da quattro a sette anni, è stato di €100.000, mentre quelli che lo fanno da più di sette anni, hanno registrato un ricavo medio di €125.000.

Nessun singolo flusso di entrate ha superato di gran lunga gli altri, in termini di profitto. Il 16% dei creator cita, tra le fonti di entrata, corsi e workshop online ospitati sulla propria piattaforma, mentre il 13% ha citato pubblicità e contenuti sponsorizzati, seguiti da marketing di affiliazione e interventi dal vivo - circa il 9% ciascuno.

Il numero di fonti di entrate differisce tra gli imprenditori di contenuti a tempo pieno e quelli part-time. I full-time hanno almeno quattro diverse fonti di entrate, mentre i part-time ne contano solo uno o due.

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Quali sono le prospettive per le attività di content creation?

Gli imprenditori di contenuti vedono un grande potenziale nella loro attività. Oltre la metà (57%) afferma di voler assumere più persone o collaboratori (con una media che va tra le 3 / 5 persone assunte per team). Il 36% afferma di voler diventare imprenditore oltre che creativo. Solo il 6% intende mantenerlo come hobby.

Una delle sfide delle aziende di contenuti è che l'imprenditore agisce come la personalità dell'azienda. Ciò significa che i creator avranno più difficoltà ad allontanarsi dal proprio business (ad esempio esternalizzarlo totalmente o realizzare una exit). Solo il 13% degli intervistati afferma che intende vendere l'attività.

Una nuova indipendenza creativa

Nei prossimi anni gli imprenditori di contenuti, e più in generale gli attori della creator economy, troveranno modi per esercitare un controllo ancora maggiore sulle relazioni con il loro pubblico. E se qualcuno può farlo, è indubbiamente questo gruppo di pensatori non convenzionali.

Piattaforme come Facebook, LinkedIn, Instagram o TikTok mediano la relazione tra creatore e consumatore, il che può rappresentare un rischio per gli imprenditori che si affidano troppo a questi canali. Le piattaforme tecnologiche possono persino utilizzare le insights del pubblico dei creators per sviluppare prodotti e servizi concorrenti. 

Una nuova generazione di creators sta disintermediando la relazione con il proprio pubblico, trovando modi per raggiungerlo direttamente (ad esempio attraverso mailing list, blog, gruppi telegram) anziché fare affidamento su canali di terze parti e ricavi pubblicitari. (i social media sopracitati). Questi imprenditori di contenuti stanno portando "l'indipendenza" al livello successivo. Ciò che succederà nei prossimi anni sarà una vera e propria rivoluzione, soprattutto sotto il profilo imprenditoriale e di innovazione.

 

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