Giuliano Di Paolo

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Smettere di Lavorare per Sempre: Ecco Come Ho Fatto (la Mia Strategia Passo-Passo)

Ci hanno fatto il lavaggio del cervello convincendoci che lavorare sia necessario. E lo so cosa starai pensando: “Giuliano sei impazzito?”, “Come faccio a sopravvivere, pagare le bollette, mandare i figli a scuola se non lavoro?”. Vedi, il lavoro è necessario, ma non nell’accezione che ci hanno venduto. Certo, hai, ho, abbiamo tutti bisogno di soldi per fare qualsiasi cosa. La nostra società si basa su questo.

Ma è l’idea che devi vendere il tuo tempo per guadagnare che è sbagliata.

Qualsiasi lavoro tu faccia (a meno che tu non sia un imprenditore), stai cedendo la risorsa più preziosa, che nessuno ti restituirà mai, in cambio di “moneta”. Di base, è una conversione: che tu faccia l’avvocato, lo spazzino, la commessa di supermercato, il programmatore, l’impiegato o il giudice di pace; la regola alla base è sempre la stessa.

Offro i miei servizi (basati sul tempo) e, in relazione alle competenze che possiedo (più alta la competenza, più alta la ricompensa), ricevo del denaro in cambio. Ma, a prescindere da quanto guadagno — €1000, €2000 o €10000 al mese — nel momento in cui smetto di vendere il mio tempo, i soldi non entrano più nelle mie tasche. E qui entra in gioco il nuovo rinascimento digitale.

Che diavolo c’entra la rivoluzione digitale con quello che ti ho appena detto?

Semplice: puoi smettere di scambiare il tuo tempo per soldi e iniziare a creare degli asset (basati sui tuoi interessi o hobby) che ti ripaghino a prescindere dal tuo tempo (dunque dal tuo sforzo attivo). Ti faccio un esempio per rendere più chiaro il concetto. Però, prima, dobbiamo parlare di un concetto chiave: la creator economy.

Cos’è la creator economy? L’economia dei creativi, o economia della passione, è quel nuovo segmento di mercato nato intorno al 2010 e affermatosi negli ultimi 15 anni, che ti permette di fare leva sulle nuove tecnologie (social media, blogging, newsletter, ecc.) per condividere il tuo messaggio, la tua voce, le tue competenze con il mondo esterno.

Fino a pochi anni fa, prima dell’avvento e dell’affermazione di Internet, per possedere una “voce pubblica” dovevi passare per editori, etichette, media company, “gatekeepers” che approvassero ciò che proponevi (che fossi un autore di libri, un songwriter, un fotografo, uno chef, uno scultore, un filosofo, ecc.), validando la tua idea: eri obbligato a passare da tutta una serie di persone (a catena) che approvassero il progetto, trovare il budget, gli sponsor, un editor, un team creativo, e solo allora potevi iniziare a realizzare questa idea.

Poi, con la nascita di Internet, c’è stata una completa rivoluzione dei vecchi media e editori, e il potere è passato in mano alle persone (o meglio ai detentori dei nuovi media: Google, Meta, Amazon, Apple, ecc.). Questi si basano su un modello diverso dagli old media: televisione, giornali o radio. Non c’è una barriera all’ingresso. Tu produci i tuoi contenuti (dalla musica alla cucina, passando per la filosofia e i videogiochi) e il pubblico decide se seguirti o meno.

Come faccio a smettere di lavorare?

Il problema non è dunque smettere di lavorare, ma smettere di cedere il nostro tempo in cambio di soldi. Vedi, quando crei degli asset digitali—contenuti su piattaforme come YouTube, Instagram, TikTok, oppure aprendo un blog o una newsletter—è come se facessi degli investimenti immobiliari.

Se ti rechi in ufficio ogni giorno per guadagnare, diciamo, €1600 al mese, dal momento in cui ti licenzi o prendi un periodo sabbatico, non generi più alcuna entrata. Ma se, ad esempio, avessi una o più case in affitto, a parte il (poco) tempo e le risorse necessarie per mantenerle, continueresti a percepire una rendita costante nel tempo, a prescindere che la mattina ti svegli alle 7:00 o alle 12:00. Capisci di cosa sto parlando? Di rendita passiva, my friend.

Con i contenuti è la stessa identica cosa, con la differenza che non devi avere un capitale iniziale da investire. Ti basta uno smartphone, un iPad o un laptop e il gioco è fatto. Certo, non è né immediato né banale. Prima, devi comprendere tutte le dinamiche della creator economy; poi, devi capire come fare leva sui contenuti per monetizzare (e no, non devi diventare un influencer con milioni di follower per guadagnare seriamente).

Dunque, se ti dicessi che è scontato e che tutti possono riuscirci, ti mentirei. Ma perché non darti la possibilità di vivere con appagamento, facendo ciò che più ami, esprimendo te stesso, dando sfogo alle tue passioni creative (quelle che ti hanno sempre detto essere solo hobby), e svincolarti da uffici, aziende, capi e soprattutto da spazio e tempo, guadagnando in modo sostenibile e magari lasciando anche un segno positivo in questa società (che ne ha così tanto bisogno)?

Il Potere del Gioco: Cos’è l’Homo Ludens?

Ti sei mai chiesto perché alcune persone sembrano non lavorare mai, eppure raggiungono un successo straordinario? Prendi Steve Irwin, il leggendario “Crocodile Hunter”: è stato un autentico "homo ludens", qualcuno che ha trasformato la sua passione per la natura in una carriera avventurosa e piena di scoperte. Non solo ha esplorato le terre più selvagge e interagito con animali pericolosi, ma ha anche fondato Australia Zoo Media, producendo documentari trasmessi in tutto il mondo che hanno affascinato milioni di persone.

Ogni suo giorno non era solo “lavoro” ma un’occasione per imparare e giocare, per vivere esperienze uniche senza preoccuparsi di timbrare un cartellino. Irwin affrontava ogni animale e ogni ripresa con un’energia contagiosa e una curiosità instancabile, dimostrando come un approccio ludico possa trasformare una semplice passione in un vero e proprio impero.

Essere un homo ludens significa andare oltre il concetto di impegno o sforzo; è vedere la vita come una serie di opportunità per esplorare, sperimentare e divertirsi. Un homo ludens non è ossessionato dal traguardo finale, ma si gode il viaggio, esplora nuove idee e coltiva le proprie curiosità. Il gioco diventa la forza propulsiva del successo, trasformando ogni obiettivo in una conquista entusiasmante, mai percepita come un sacrificio.

L’homo ludens non solo gioca, ma riesce anche a rendere il proprio gioco significativo. Quando una persona lancia una nuova sfida o si dedica a imprese apparentemente impossibili, lo fa spesso per il piacere di osare e sfidare i propri limiti, più che per il profitto. Questo approccio permette di realizzare cose straordinarie e, al contempo, di godersi ogni fase del percorso, alimentati da uno spirito di scoperta che molti di noi tendono a dimenticare.

Giocare per Vivere, Non per Sopravvivere

Vivere giocando significa ribaltare il paradigma comune: smettere di percepire un’attività ricreativa come un momento di evasione dal "lavoro" e iniziare a vivere come se il gioco stesso fosse la tua attività primaria. Nel mondo di oggi, grazie alla rivoluzione digitale, il gioco è diventato non solo un’alternativa possibile ma una strada concreta per costruire un futuro.

Basti pensare ai creatori di contenuti, ai musicisti, agli imprenditori digitali: persone che vivono della loro passione, creando e condividendo i loro interessi più autentici con il mondo, senza mai smettere di divertirsi.

L’homo ludens riesce a trasformare ogni attività in un’esperienza unica, percependo ogni passo come una scoperta. Non si tratta più di guadagnare denaro per sopravvivere, ma di usare il proprio talento per esprimersi e contribuire. Ed è in questo contributo, nella gioia di fare ciò che si ama, che nasce un senso di appagamento e felicità che molti di noi, incatenati alla routine, faticano a trovare.

Pensiamo al concetto di "lavoro": la stessa parola deriva dal latino "labor", che significa sforzo, fatica, persino sofferenza. Eppure, la nostra inclinazione naturale ci porta a voler giocare. Anche in natura, gli animali giocano come parte del loro apprendimento e della loro crescita. Questo significa che, per evolverci davvero, dobbiamo imparare a giocare con le nostre passioni: a sperimentare senza paura, a costruire e a distruggere fino a trovare ciò che ci fa davvero sentire vivi.

Essere un homo ludens significa anche vivere con leggerezza: non nel senso di superficialità, ma di saper affrontare ogni giorno con la curiosità e la libertà di un bambino, senza appesantirsi con pressioni inutili. Chi vive la vita come un gioco riesce a mantenere una distanza dalle ansie e dallo stress che derivano dalla ricerca continua di approvazione esterna. Si concentra su ciò che è significativo per lui, e ogni esperienza diventa un’opportunità di crescita personale, ancor prima che professionale.

Come smettere di lavorare per sempre

“Sì, va bene Giuliano, mi hai convinto, però… come faccio a mettere in pratica tutte queste belle cose di cui mi hai parlato?”

Devi studiare, my friend! E hai due opzioni. La prima è gratuita: segui tutti i miei video su YouTube e i miei articoli sul blog, dove spiego le strategie e le dinamiche che mi hanno permesso di lasciare il mio vecchio lavoro in una finanziaria, così da viaggiare il mondo e dedicarmi a ciò che più amo: filmmaking, musica e scrittura. La seconda (quella che ti consiglio) è investire seriamente in formazione. Per questo ho creato il corso Creator Mastery, che ti offre i miei migliori approcci, strumenti, case study e strategie comprovate per monetizzare nella nuova economia e svincolarti così dal tuo vecchio lavoro ordinario.

L’investimento è minimo se pensi al ritorno che puoi ottenere: lasciare la tua professione e fare finalmente ciò che più ami. Ma a prescindere, my friend, ricorda: il segreto non è “non lavorare” (ci sono innumerevoli testimonianze di persone che, raggiunta la pensione e ritrovandosi senza uno scopo, cadono in depressione e, in casi estremi, si tolgono la vita).

Il segreto è “lavorare” con scopo. Cosa faresti anche se non dovessi essere pagato per farlo?

Pesca, videogiochi, filosofia, musica, scrittura, cucina? Bene, oggi tutto questo può essere monetizzato. Dipende tutto solo da te, dalla tua volontà e impegno. Dunque, perché non provarci? Giocare con serietà è la chiave. La storia è piena di persone che, proprio come tanti “homo ludens” rivoluzionari, hanno trasformato il proprio gioco in qualcosa di straordinario. Il segreto per smettere di "lavorare" è iniziare a giocare seriamente con ciò che più ami, creando un impatto che possa davvero cambiare la tua vita (e quella degli altri).

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