Insta360 X5 – La Camera che Non Credevo di Volere (Ma Ora Non Ne Farei a Meno)

Non sono mai stato un fanatico delle camere a 360°. Anzi, per anni le ho considerate più un gadget da influencer in snowboard che uno strumento da creator professionista. Eppure, col tempo ho imparato che nella content creation non conta solo la qualità tecnica: conta la prospettiva, il punto di vista, l’originalità con cui racconti il mondo. È stato proprio questo a farmi cambiare idea.

Ho iniziato a testare le camere Insta360 durante i miei viaggi tra Asia ed Europa, spesso in situazioni in cui la classica mirrorless o lo smartphone non bastavano: sentieri sterrati, baraccopoli affollate, mercati locali, o semplicemente momenti in cui volevo raccontare qualcosa senza dover scegliere un'inquadratura fissa.

E così, quando è uscita la nuova Insta360 X5, mi sono detto: ok, vediamo se è solo marketing o se davvero qui stiamo parlando di un salto evolutivo.

In questo articolo ti racconto com’è andata. Niente specifiche copiate dai comunicati stampa, niente entusiasmo forzato. Solo il mio punto di vista da creator indipendente, filmmaker e viaggiatore, con qualche esperienza sul campo e un’idea molto chiara di cosa serve davvero a chi crea contenuti oggi.

Se non dovessi conoscermi il mio nome è Giuliano Di Paolo e da oltre sei anni lavoro nel mondo della content creation: ho collaborato con brand internazionali, scritto libri, guide; e formato centinaia di creator attraverso i miei corsi. Racconto la vita, i viaggi e il lavoro creativo attraverso video, articoli e progetti crossmediali in giro per il mondo.

Breve spoiler: la X5 ha superato le mie aspettative. Ma non è per tutti.

 
 

Perché una 360° nel 2025? Quando ha senso usarla, e quando no

Lo so cosa stai pensando: “una camera 360 è divertente, ma la userò davvero?”. Me lo sono chiesto anch’io.
Nel mercato delle action cam e della content creation in mobilità, ogni dispositivo deve giustificare il suo posto nello zaino, soprattutto quando viaggi spesso e ogni grammo conta. Ma la verità è che una camera 360 non è solo un giocattolo per sportivi o youtuber estremi: è un alleato creativo che apre possibilità narrative difficili da ottenere con qualsiasi altro strumento.

Pensa a quando ti trovi in un mercato caotico nella Chinatown di Manila o su un tuk-tuk nel traffico caotico di Bangkok: non puoi pensare all’inquadratura, ma vuoi catturare tutto. La X5, con il suo principio “shoot first, frame later”, ti permette di registrare prima e decidere come raccontarlo dopo. È come avere un drone invisibile o un operatore virtuale che ti segue ovunque, anche mentre cammini o sei in moto.

Ma non è per tutti.

Se cerchi una camera da piazzare su un cavalletto e registrare vlog statici in camera, lascia perdere. Se invece vuoi immortalare esperienze immersive, catturare angolazioni impossibili e rendere il tuo storytelling più dinamico, allora sì, ha perfettamente senso nel 2025.

Test sul campo: qualità video, sensore, luce e colore (spoiler: sorprendente)

Quando si parla di action cam e 360, la qualità video è sempre stata il tallone d’Achille. Spesso accettiamo compromessi in nome della versatilità. Ma con la Insta360 X5, qualcosa cambia davvero — e me ne sono accorto già dai primi test sul campo. Il nuovo sensore da 1/1.28” fa una differenza che si fa notare, soprattutto in ambienti complessi come quelli in cui mi trovo spesso a girare: strade affollate, luci miste, movimenti continui.

Ho testato la X5 a Bacolod, nelle Filippine, tra i mercati affollati e i quartieri più poveri. Non c’erano né stabilizzatori né set fotografici: solo realtà cruda e in movimento. Il risultato? Dettagli molto più nitidi rispetto alla X4, colori più vividi e una gestione della luce che finalmente regge anche al tramonto o sotto le ombre marcate.

La modalità PureVideo e il supporto al LOG ti danno anche margine in post-produzione, e questo per me è fondamentale. Soprattutto quando voglio montare in DaVinci Resolve e spingere sul grading senza perdere qualità.

Ho fatto delle prove anche con lo slow motion in 4K a 120fps: non è perfetto (leggermente più morbido rispetto all’8K o 5.7K), ma se vuoi creare transizioni cinematiche o accentuare il movimento in scene dinamiche, funziona. E per la prima volta, mi sono trovato a scegliere fotogrammi da un video 8K da usare come stills. Una cosa impensabile fino a poco tempo fa su questo tipo di camere.

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Audio, lenti e batteria: le vere (piccole) rivoluzioni della X5

Spesso sono i dettagli a fare la differenza tra una camera che usi una volta e una che porti con te in ogni viaggio. Con la X5 ho notato tre miglioramenti concreti che, pur non essendo al centro della comunicazione di lancio, cambiano l’esperienza d’uso in modo sorprendente: l’audio, le lenti e la batteria.

Partiamo dal microfono. Se hai mai girato in esterni con una 360 sai quanto il vento può rovinare tutto. La X5 introduce una nuova protezione antivento integrata, senza bisogno di spugnette o adattatori esterni. Il risultato? Audio finalmente pulito anche in movimento. Ho girato in scooter a Cebu e, per la prima volta, sentivo più il rumore dell’ambiente che il fastidioso fruscio del vento. Per chi fa vlog dinamici o travel content on the go, questo è oro.

Altro punto: le lenti ora sono intercambiabili, e questo cambia le regole del gioco. Con un kit da 29€ puoi sostituirle da solo, senza mandare tutto in assistenza. Una rivoluzione se, come me, ti è mai capitato di graffiare una lente nel mezzo di un viaggio dall’altra parte del mondo. A livello di durabilità, il vetro è anche più resistente del passato, e se usi spesso la camera senza protezioni esterne (per non degradare la qualità), capirai quanto questo conta.

Infine la batteria: non solo dura un po’ di più, ma soprattutto si ricarica molto più in fretta. In 20 minuti arrivi all’80%, contro i 38 della X4. Una differenza cruciale quando sei nel mezzo di uno shooting, o stai per perdere la luce perfetta.

L’unica nota stonata? Non puoi usare le vecchie batterie della X4. Ma tutto sommato, è un compromesso che accetto volentieri.

 
 

Mobile workflow: editing in viaggio tra luci, ombre e bug

Uno dei motivi per cui ho iniziato a dare una chance alle Insta360 è la loro filosofia “mobile-first”. E la X5 continua su questa strada con una nuova app completamente rivisitata. L’idea è chiara: permetterti di girare, editare e pubblicare da smartphone, ovunque ti trovi. E per chi, come me, lavora spesso on the go tra un volo e un uber, è una promessa interessante.

Nel concreto, l’app Insta360 ha fatto passi avanti: l’interfaccia è più pulita, l’editing è intuitivo, e il rendering è visivamente appagante. Il sistema “auto-frame” ti suggerisce automaticamente le inquadrature migliori, mentre il classico “deep track” ti permette di seguire soggetti in movimento anche dopo aver girato, come se avessi avuto un cameraman al tuo fianco.

L’ho testata durante un’uscita veloce in un villaggio vicino Iloilo: ho montato tutto su iPhone, senza aprire il MacBook, e in 15 minuti avevo già un reel pronto per Instagram.

Detto questo, non è tutto perfetto. Alcuni bug persistono: a volte non riesco a esportare in 60fps, altre volte le icone non sono etichettate e alcune funzioni sembrano “scomparse”. Anche il fatto che alcuni video vengano esportati solo a 30fps (senza avviso) può essere frustrante, soprattutto se punti alla qualità.

In breve: il workflow mobile è migliorato, ma se hai esigenze più avanzate (color grading, montaggi multi-cam, sincronizzazioni audio esterne), resta comunque meglio passare da desktop. Per un montaggio veloce, però, è già un bel passo avanti.

A chi consiglio (davvero) la Insta360 X5?

La verità è che la Insta360 X5 non è per tutti — e va benissimo così. Se il tuo obiettivo è semplicemente fare vlog statici in casa o recensioni tech in studio, probabilmente non sfrutterai neanche il 30% del suo potenziale.

Ma se sei un content creator in movimento, un filmmaker che cerca angolazioni differenti, un viaggiatore che vuole portare a casa qualcosa di più di una ripresa frontale… allora qui stai guardando una delle camere più versatili mai provate.

La consiglio senza esitazioni a:

  • Travel creator e documentaristi che vogliono inquadrare tutto e decidere dopo.

  • Motovlogger e sportivi che cercano una camera leggera, stabile e con audio decente.

  • Filmmaker indipendenti che vogliono inserire transizioni creative e POV impossibili.

  • Social Media Creator che vogliono reel dinamici, con angolazioni "wow" senza impazzire in post.

L’ho testata in contesti caotici, luminosità variabile, anche con umidità e schizzi d’acqua — e ha sempre restituito materiale utilizzabile e spesso sorprendente. Ma attenzione: se sei abituato alla mirrorless e pensi che una 360 possa sostituirla del tutto, ti avviso… non è questo il caso. È un’aggiunta al tuo arsenale creativo, non una sostituzione.

Se ti riconosci in almeno una delle categorie qui sopra, ti lascio il link Amazon per acquistarla con il bundle ufficiale (sì, affiliato — ma l’avrei consigliata comunque).

Vale l’upgrade? Il mio punto di vista (anche se vieni dalla X4)

Se stai iniziando a creare contenuti o vuoi farlo in modo più professionale, ti consiglio prima di tutto di costruire una visione chiara. Lo ripeto spesso anche nel mio corso Creator Mastery: la vera differenza la fa la strategia, non solo l’attrezzatura.
Ecco perché, prima di investire in una camera come la X5, chiediti: cosa voglio davvero raccontare? Perché una 360 non è solo uno strumento tecnico, è una scelta creativa precisa. Una dichiarazione d’intenti.

Nel mio caso, la X5 è diventata uno strumento essenziale: la uso nei viaggi, nei mini-doc, nei contenuti cinematici che richiedono prospettive dinamiche e immersive. E rispetto alla X4, che ho testato a lungo, i miglioramenti non sono hype: sono passi avanti concreti che risolvono problemi veri.

La X5 ha un sensore più grande (1/1.28” contro 1/2”), una resa decisamente migliore in 8K e in low-light, lenti finalmente intercambiabili (e più resistenti), una batteria più veloce da ricaricare e un audio nettamente più pulito, grazie alla nuova protezione antivento.
Se usi la X4 in modo occasionale o solo per clip social, puoi anche aspettare. Ma se ci lavori davvero, o se vuoi portare il tuo contenuto a un livello più alto, l’upgrade è sensato. Ogni piccolo miglioramento ha un impatto diretto sul flusso creativo.

Il mio consiglio? Se la tua creatività ha voglia di spazio — in tutti i sensi — la Insta360 X5 è un bel punto di partenza. Non perfetta, certo (le batterie non sono retrocompatibili e l’app ha ancora margini di miglioramento), ma è una delle poche cam che riesce a ispirarmi già mentre registro.

 

FAQ – Tutto quello che devi sapere prima di comprare la Insta360 X5

Insta360 X5 vs GoPro Max 360: quale scegliere?

Dipende tutto da cosa ti serve. La GoPro Max è più user-friendly per chi vuole subito un risultato senza troppi fronzoli, ma la qualità video, la flessibilità in post e la gestione dell’audio della X5 la rendono nettamente superiore per chi vuole creare contenuti più avanzati e dinamici. E sì, l’ecosistema Insta360 è più evoluto per editing e storytelling.

Cosa cambia davvero tra X4 e X5?

In tre parole? Sensore, audio e lenti. La X5 migliora drasticamente la resa in low-light, introduce una vera protezione antivento e, finalmente, puoi cambiare le lenti da solo. Anche la batteria dura di più e si ricarica più in fretta, ma richiede modelli nuovi. Se usi già la X4 e ti senti limitato in qualità o in editing, l’upgrade è sensato.

Meglio Insta360 o DJI per creare video e vlog cinematici?

Dipende dal tipo di ripresa che vuoi realizzare. Se punti su contenuti tradizionali in 4K con ottima stabilizzazione e colori pronti all’uso, la DJI Action 5 Pro è una solida scelta, pensata per chi vuole risultati rapidi con poco editing.
Ma se il tuo obiettivo è raccontare il mondo da prospettive uniche, con angolazioni impossibili da ottenere con una cam tradizionale e libertà totale in post-produzione, allora la Insta360 X5 è su un altro livello.
Non sono concorrenti diretti: sono due strumenti diversi per due approcci creativi diversi. Io le vedo come complementari, non alternative.

Posso usarla anche per vlog o video YouTube “normali”?

Sì, ma con una logica diversa. Puoi usare la modalità Instaframe per generare clip flat (standard), ma il vero potenziale emerge quando sfrutti la sfera completa e scegli l’inquadratura in post. Per vlog statici meglio una mirrorless, ma per vlog immersivi o POV dinamici… X5 tutta la vita.

Funziona bene anche senza fare editing avanzato?

Sì. L’app ti permette di creare contenuti in pochi minuti, anche se non sei esperto di editing. Ma se vuoi il massimo dalla X5, ti consiglio di prenderci la mano con l’editing su desktop: è lì che questa cam dà davvero il meglio di sé.

 

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