Vivere in Italia o all’Estero? Guida Completa ai Migliori Paesi al Mondo per Qualità della Vita
Sempre più italiani – giovani in cerca di senso e libertà, ma anche pensionati con qualche sogno ancora nel cassetto – stanno iniziando a guardare oltre i confini del Belpaese. Non per fuggire. Ma per ritrovarsi.
C’è chi lo fa stanco della solita routine, chi insegue un'idea di benessere più semplice, chi sogna una vita meno compressa dalla burocrazia, dalle tasse o da quel sottile senso di immobilità che a volte respiri in certi angoli d’Italia.
E la domanda sorge spontanea: vivere all’estero è davvero la chiave per una vita più felice, libera e significativa?
O è solo un’illusione ben confezionata da social e video su YouTube con palme e cocktail a bordo piscina?
In questo articolo provo a raccontarti quello che ho vissuto in prima persona. Non una verità assoluta, ma una strada possibile — quella che mi ha portato, con gradualità e tanti errori, a trovare un equilibrio tra radici e movimento.
Parleremo di scelte, di paesi che offrono davvero una qualità della vita superiore, ma anche del rischio di idealizzare ciò che è lontano solo perché ci sembra diverso.
E soprattutto ti mostrerò che non serve scegliere in modo netto tra Italia o estero: c’è anche un’altra possibilità.
Un modello ibrido, fluido, che ti permette di avere il meglio dei due mondi.
Si chiama libertà. E oggi, per chi lo desidera davvero, è molto più accessibile di quanto immagini.
Perché così tanti italiani vogliono andarsene davvero?
L’Italia è un paese meraviglioso. Lo dico senza retorica, dopo aver vissuto e lavorato in diversi angoli del mondo.
Quando torni, la senti — quella bellezza difficile da spiegare: il profumo del caffè in una piazza qualsiasi, la luce sulle facciate storiche, il senso di casa che ti prende in certe sere d’estate.
Ma proprio perché la conosci bene, sai anche quanto può farti arrabbiare.
Negli ultimi anni ho incontrato decine di italiani all’estero. Alcuni avevano mollato tutto per ricominciare. Altri si erano semplicemente spostati di qualche fuso orario per cercare una vita più sostenibile. Quello che ho notato è che non scappavano dall’Italia in sé.
Scappavano da una versione d’Italia che li faceva sentire intrappolati.
La lista la conosciamo tutti: burocrazia lenta, tasse che sembrano punirti per provarci davvero, un mercato del lavoro spesso fermo su logiche vecchie. E poi c’è quel sentimento sottile, difficile da spiegare a chi non lo vive: la sensazione che qui il tuo valore non venga riconosciuto, o che “fare le cose per bene” sia sempre più complicato.
E no, non è solo una questione economica.
Molti partono per sentirsi più vivi, non solo per guadagnare di più.
Io stesso, quando ho iniziato a viaggiare per lavoro, non cercavo una fuga: cercavo respiro. Uno spazio mentale più grande, dove poter costruire qualcosa che fosse mio.
E l’ho trovato — o meglio, l’ho iniziato a costruire — non in un posto preciso, ma in uno stile di vita più aperto, più mobile, più mio.
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I Paesi dove (forse) si vive meglio
Quando cerchi una risposta alla domanda “dove vivere meglio?”, ti imbatti in decine di classifiche basate su indicatori come costo della vita, potere d'acquisto, sicurezza, assistenza sanitaria, qualità dell’aria o traffico urbano.
Tutti parametri utili, certo. Ma nessuna classifica potrà mai dirti dove ti sentirai davvero a casa.
Detto questo, ho comunque passato ore a studiarle. Ecco alcuni dei paesi che, sulla carta (dati attestati anche da numbeo.com), offrono una qualità della vita elevatissima secondo fonti autorevoli come Numbeo:
Danimarca
Minimalismo, efficienza, welfare forte. La felicità qui sembra una cosa seria, anche se il clima può mettere alla prova.Svizzera
Organizzazione svizzera nel senso letterale. Alto costo della vita, ma anche altissima qualità — se ti piace la precisione (e puoi permettertela).Finlandia
Natura ovunque, un sistema scolastico tra i migliori al mondo e una cultura che premia l’indipendenza. Se ami la solitudine creativa, qui potresti fiorire.Australia
Spazi infiniti, mare ovunque, stile di vita rilassato. Ma attenzione ai visti e al costo delle grandi città.Austria
Pulizia, ordine, bellezza architettonica. Un’ottima alternativa per chi cerca uno stile di vita più europeo, ma meno frenetico.Olanda
Giovane, dinamica, progressista. Amsterdam è un melting pot creativo, ma anche Utrecht e Rotterdam offrono ottime opportunità.Islanda
Isolamento e potenza naturale. Non è per tutti, ma se cerchi ispirazione e spazi interiori, potrebbe sorprenderti.Germania
Ottima per lavoratori qualificati. Berlino, in particolare, è ancora uno degli hub creativi più accessibili in Europa.Nuova Zelanda
Un paradiso naturale, lontanissimo da tutto. Può darti pace e un ritmo di vita tutto tuo.Norvegia
Alto reddito, servizi impeccabili, paesaggi mozzafiato. Ma anche un clima e un costo della vita non facilissimi da digerire.Estonia
Una delle mete più digital-friendly d’Europa. Ha investito tantissimo su nomadi digitali, startup e innovazione.Giappone
Equilibrio affascinante tra tradizione e iper-modernità. La barriera linguistica c’è, ma il Giappone ti cambia, se ci arrivi nel momento giusto.
L’Italia, in questa classifica, compare solo al 36° posto. Ma se c’è una cosa che ho imparato in viaggio è questa: le classifiche non vivono la tua vita. Tu sì. Un paese può avere ottimi indicatori su carta e lasciarti emotivamente vuoto.
O viceversa, un luogo più caotico e imperfetto può ridarti respiro, ispirazione, gioia. Ecco perché non si tratta solo di trovare il paese migliore al mondo… ma quello giusto per te. E in alcuni casi, non è nemmeno “un” paese, ma un sistema: una vita in movimento. Una rotta.
La mia esperienza all’estero (e perché non ho scelto “o” ma “e”)
Quando mi chiedono “Com’è vivere all’estero?”, spesso mi rendo conto che dietro quella domanda ce n’è un’altra, più profonda:
“Si può davvero essere felici altrove?”
Ti rispondo così: sì, ma non è solo una questione di dove vai. È una questione di come ci arrivi e di cosa stai cercando davvero.
Oggi vivo buona parte dell’anno a Chiang Mai, nel nord della Thailandia. Non è una scelta casuale, né una fuga esotica. È un luogo che, nel tempo, è diventato uno dei miei hub principali. Qui ho trovato un equilibrio raro: il ritmo rallenta, la mente si apre, la vita costa meno — ma vale di più.
La Thailandia non è perfetta, come nessun altro posto. Ma mi ha dato spazio per costruire qualcosa di mio, per ascoltarmi meglio, per vivere e lavorare in modo più consapevole. Ed è lì che ho capito una cosa fondamentale:
Non devi per forza scegliere tra vivere in Italia o all’estero.
Puoi creare un modello tuo, ibrido, flessibile.
Una vita più leggera, senza rinunciare alle tue radici.
Lo chiamano “nomadismo digitale”, ma non pensarlo come una moda da ventenni con il laptop in spiaggia. È una mentalità.
Vuol dire avere la libertà di muoverti senza perdere direzione, di creare il tuo lavoro, la tua routine, la tua identità professionale ovunque ti trovi.
È una soluzione reale, concreta, praticabile anche senza essere milionari o influencer. Serve visione, strategia, e un po’ di coraggio.
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Non esiste un posto perfetto — esiste una strategia che funziona per te
Ogni volta che arrivo in un nuovo paese, mi porto dietro la stessa domanda: potrei viverci davvero?
È una domanda che va oltre il turismo. Non parlo di vacanza, ma di vita: quotidianità, costi, relazioni, routine.
In questi anni ho scoperto che non esiste un luogo perfetto, così come non esiste un lavoro perfetto, un partner perfetto, una condizione perfetta.
Quello che puoi fare — ed è straordinario quando ci riesci — è costruire un sistema che ti permetta di vivere bene anche quando tutto non è perfetto.
Io lo chiamo sistema ad hub.
Significa avere due o tre luoghi nel mondo dove sai che puoi atterrare, vivere, creare. Dove ti senti in equilibrio.
Nel mio caso, oggi, sono l’Italia (per le radici, gli affetti, l’ispirazione culturale), la Thailandia (per il respiro, il ritmo, il senso di libertà), ma anche le Filippine (per le persone, i sorrisi, l’empatia e la generosità).
Il resto del tempo lo uso per esplorare, nutrirmi, creare contenuti, capire cosa succede fuori dalla bolla.
E sai qual è il punto più importante?
Questo stile di vita non è riservato a pochi eletti.
Non serve essere ricchi, famosi o vivere di rendita.
Serve costruire con pazienza le proprie competenze, digitalizzare ciò che sai fare, smettere di rimandare.
Io ho iniziato così: un biglietto di sola andata, uno zaino pieno di fotocamere e un’idea chiara di chi volevo diventare.
Domande Frequenti sul vivere in Italia o all’estero (FAQ)
In che paese conviene vivere oggi (nel 2025)?
Dipende da chi sei e da cosa cerchi. Se per “convenienza” intendi costo della vita, molti paesi del Sud-Est Asiatico, dell’Est Europa e dell’America Latina offrono un ottimo rapporto qualità/prezzo. Ma se cerchi efficienza, stabilità e servizi di alto livello, allora paesi nordici come Danimarca, Olanda o Svizzera restano tra i più apprezzati.
La vera convenienza però arriva quando scegli un paese che è allineato con il tuo stile di vita, non solo col tuo portafoglio.
Chi ha la residenza all'estero paga comunque le tasse in Italia?
Solo se mantiene legami fiscali con l’Italia. Se ti iscrivi all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) e sposti il tuo centro di interessi all’estero, in teoria non sei più tenuto a versare tasse in Italia. Tuttavia, ci sono casi specifici e variabili soggettive — quindi è sempre consigliato consultare un commercialista esperto in fiscalità internazionale.
Qual è il paese in cui si vive meglio in Italia?
Se restiamo dentro i confini italiani, le classifiche premiano da anni città come Bolzano, Trento, Bologna e Parma, grazie alla qualità dei servizi, alla vivibilità e al tessuto culturale. Tuttavia, come sempre, conta il fit personale: c’è chi sta meglio in un borgo siciliano sul mare e chi in una città universitaria piena di eventi.
Perché così tante persone scelgono di andare a vivere all’estero?
Perché cercano qualcosa che in Italia non trovano più: stimoli, opportunità, un contesto più dinamico o semplicemente un costo della vita più sostenibile. Spesso non è un rifiuto dell’Italia in sé, ma del sistema che in certi casi può sembrare bloccato, rigido, poco premiante.
Vivere all’estero è anche un modo per ritrovarsi, vedersi da fuori, ridefinire la propria traiettoria.
Thailandia o Filippine: dove conviene vivere?
La Thailandia è più strutturata: ottimi ospedali, burocrazia più gestibile, infrastrutture digitali evolute, specialmente a Chiang Mai o Bangkok. Le Filippine hanno un’energia più caotica ma autentica: clima tropicale, relazioni umane più intense, ma meno organizzazione.
Conviene viverci se hai una rendita o un'attività da remoto e ti adatti facilmente a contesti culturalmente diversi.
Personalmente, ho scelto la Thailandia come base proprio per quel mix unico di equilibrio, ispirazione e semplicità.
Quali sono i lavori che ti permettono di vivere e viaggiare?
Tutti quelli digitalizzabili. Content creator, marketer, designer, videomaker, consulente, insegnante online, traduttore, freelance tech o customer service remoto.
Quello che conta non è solo il lavoro, ma la tua capacità di posizionarti bene online e costruire un sistema che regge anche quando cambi paese.
La vera domanda non è “posso farlo?” — è “voglio farlo davvero?”
Qualche giorno fa ero in uno street market qui a Chiang Mai.
Mi sono fermato a parlare con una coppia inglese: lui insegnante freelance, lei illustratrice digitale.
Viaggiano da sei anni con la loro figlia di 11 anni, che educano in autonomia, mentre si spostano tra Asia, America Latina ed Europa.
Sorridevano molto. Ma non erano in vacanza.
Erano semplicemente nel loro quotidiano.
Un quotidiano diverso, fatto di adattamento continuo, ma anche di scelta, intenzione, libertà.
Non erano più fortunati.
Avevano solo deciso che il loro stile di vita non doveva per forza somigliare a quello “previsto”.
Ecco perché la domanda vera non è “ma posso farlo anch’io?”
Perché sì, puoi. La domanda più scomoda — e più onesta — è un’altra: “Lo voglio davvero?”
Perché vivere in modo più libero è possibile. Ma richiede visione. Coraggio. E un primo passo.
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Un abbraccio my friend e buona vita!