Uno dei miti più limitanti che si possano accettare in materia di finanze personali è l'idea che soltanto coloro che hanno avuto la fortuna di nascere da una famiglia agiata possano aspirare a costruire una significativa ricchezza. Troppo spesso, si insinua in noi la convinzione che, senza aver raggiunto l'indipendenza finanziaria entro un certo limite d'età — diciamo i 25 anni — le porte dell'abbondanza siano per sempre chiuse. Questa è una falsità così radicata quanto ingannevole.

Lao Tzu, un antico filosofo cinese, una volta disse: "Guarda i tuoi pensieri, diventano le tue parole; guarda le tue parole, diventano le tue azioni; guarda le tue azioni, diventano le tue abitudini; guarda le tue abitudini, diventano il tuo carattere; guarda il tuo carattere, diventa il tuo destino." L'idea che attiriamo ciò che pensiamo esiste chiaramente fin dai tempi antichi e molti attribuiscono al Buddha il merito di aver introdotto per primo questa nozione nel mondo.

Combatti quotidianamente per trovare realizzazione nella tua vita. Potresti sentire di aver messo in campo il massimo impegno e di lavorare incessantemente verso i tuoi sogni, ma un persistente senso di insoddisfazione sembra oscurare i tuoi sforzi. E se la chiave per sbloccare la felicità fosse contenuta in tre domande semplici, ma incredibilmente potenti, capaci di illuminare le tue vere aspirazioni e i valori più autentici?

Quando chiedi alle persone il segreto per raggiungere la felicità: “molti parlano di vivere con uno scopo o condividere relazioni sincere", afferma lo stesso Norton. Sebbene il denaro non sia un ostacolo alla realizzazione personale o alle relazioni significative, dedicarsi completamente a un lavoro insoddisfacente può rovinare ogni aspetto della vita. Oggi analizziamo in dettaglio le tre cose che possono incrementare notevolmente la tua felicità, confermando che la scienza supporta l'idea che il modo in cui scegliamo di spendere i nostri soldi può avere un impatto profondo sul nostro benessere.

Con il termine Grandi Dimissioni, o anche Great Resignation, si fa riferimento a un numero sempre più crescente di persone (giovani e meno giovani tra i 35 e 45 anni d’età) che sta lasciando volontariamente il proprio posto di lavoro. Non importa che sia un contratto a tempo indeterminato. Tra le cause troviamo: burnout, eccesso di stress, la ricerca di qualcosa di nuovo e il desiderio di ritrovare un nuovo equilibrio tra vita personale e professionale. Complice delle grandi dimissioni è indiscutibilmente stata la pandemia che ha rimesso in prospettiva valori ed esigenze dei lavoratori.

Ti ritrovi mai a volere di più? Come esseri umani bramiamo la crescita, quindi ci prefiggiamo obiettivi come: più soldi, più beni materiali o più potere sociale. Eppure dopo averli conseguiti, ci sentiamo più vuoti di prima. Ci sentiamo privi di ispirazione, annoiati. Perché quello che desideriamo in fondo è la vera realizzazione: il significato dietro uno scopo. Tutte le sfide della vita sono opportunità sotto mentite spoglie. Quando ti senti bloccato, in realtà hai l'occasione perfetta per reinventarti. È la tua opportunità per renderti conto che la nostra crescita serve per donare.